Colorazione plastica: come la facciamo noi

Ti sembrerà strano, ma per raccontare tutto ciò che c’è da sapere sulla lavorazione delle materie plastiche, ci siederemo a tavola! Chi ha già letto qualche articolo di questo blog sa che il nostro sarà un viaggio pieno di sapori, perché spiegare cosa sono i masterbatch è più facile (e divertente) attraverso delle immagini culinarie. Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo seguito una ricetta che richiedeva di mescolare acqua e farina. Biscotti, torte, pane… tutti questi alimenti hanno in comune una cosa: la miscelazione di ingredienti di natura diversa, proprio come il masterbatch. Pronti? È finalmente arrivato il momento di svelare i segreti della nostra ricetta per la colorazione della plastica.

Ricetta e formulazione, con amore

Facciamo un esempio. Quando ci si mette ai fornelli, la prima cosa da fare è preparare tutti gli ingredienti che servono per realizzare la ricetta. Puntualmente, quando la freccia della buona volontà ci colpisce, il frigo è vuoto, perciò occorre fare un salto ad acquistare tutto l’occorrente. Qui si pone il primo dilemma: dove andare? Al supermercato, dove si può trovare tutto già ben confezionato? Oppure nelle botteghe di paese che forniscono ingredienti più genuini? Meglio al discount oppure nella boutique alimentare in centro? Dipende dallo scopo. Sicuramente, se il desiderio è stupire e sedurre la gola del nostro ospite, magari per una cena a lume di candela, sceglieremo i prodotti migliori, selezionandoli con cura. Per noi di Gaypa è lo stesso: ogni ricetta di masterbatch per la colorazione della plastica è formulata come se fosse il menù di una serata romantica. Tutti gli ingredienti sono scelti con premura e il piatto è curato in ogni dettaglio.

Colorazione plastica: questione di ingredienti e metodo

La pizza margherita è fatta in modo simile più o meno ovunque. Alla fine, gli ingredienti sono sempre quelli, così come il procedimento per prepararla. Insomma, non la si può variare più di tanto. La differenza sta tutta nella scelta degli ingredienti per creare la pizza e nel metodo del pizzaiolo per renderla unica. Esattamente come un bravo fornaio, anche noi per produrre masterbatch abbiamo scelto di prediligere materie prime di alta qualità, certificate e provenienti da fonti sicure e di utilizzare il metodo consolidato della dispersione meccanica. Questa tecnica pone le sue radici nella storia stessa della nostra azienda: quando Gaypa fu fondata si utilizzava l’estrusione per impastare, ovvero disperdere, i pigmenti. Nel corso del tempo, ci siamo sempre più specializzati nell'impiego di questa tecnologia e nello studio dei macchinari estrusori. Oggi ne abbiamo fatto il nostro marchio di fabbrica, la nostra firma.

I vantaggi della dispersione meccanica

I vantaggi della dispersione meccanica? Il rispetto per la singola sostanza. Certi pigmenti sono più delicati di altri e hanno bisogno di una lavorazione specifica. Infatti, alcuni necessitano di maggiore forza e temperatura rispetto ad altri che potrebbero rompersi. Per questo motivo l’estrusione meccanica risulta la migliore scelta: consente di lavorare i prodotti singolarmente e di garantire massima attenzione per ognuno. Funziona un po’ come con il lievito nel pane: per attivarsi non sempre può entrare immediatamente in contatto con sale o olio, perciò lo si prende e lo si scioglie a parte in acqua, magari con l’aggiunta di un pizzico di zucchero per aiutarlo ad entrare in azione. Solo dopo questo passaggio lo si può aggiungere all’impasto così da permettergli di lavorare in modo ottimale. Anche per alcuni pigmenti è lo stesso: hanno bisogno di essere lavorati prima da soli per poter funzionare meglio dopo, insieme ad altre sostanze.

Quale metodo scegliere per la colorazione plastica?

Esiste anche la dispersione chimica. Questa sfrutta degli agenti chimici, detti disperdenti, che hanno il compito di creare “l’impasto” amalgamando tra loro le varie parti delle formulazioni. Tale tecnica, però, tende a vincolare la ricetta del masterbatch ad un disperdente e, di conseguenza, il prodotto ad un fornitore. Spesso, ciò impedisce di apportare modifiche ad una formula, specie se impiega pigmenti rari non compatibili con i disperdenti in commercio. Tra l’altro, la chimica aggiunta può causare problematiche di produzione, come reazioni non previste tra composti chimici, formazione di bolle o bruciature, migrazioni… Diciamo che scegliere se usare la dispersione meccanica o la dispersione chimica è come preferire tra fare i pancake partendo da uova, farina e burro, oppure optare per un preparato già pronto. È sicuramente più lungo e complesso fare dei pancake morbidi e belli partendo dai singoli ingredienti, ma la colazione sarà sicuramente più gustosa e genuina che presentando quelli pronti in cinque minuti, pieni di chimica e meno salutari.

Ideare la ricetta di un qualsiasi additivo per colorazione plastica, come i masterbatch, è un lavoro che richiede uno studio approfondito. Bisogna conoscere bene la natura di ogni singolo ingrediente che compone la formula, i metodi per la lavorazione, l’applicazione finale dei prodotti... Si tratta di una vera e propria arte. Il masterbatcher nel suo laboratorio è come uno chef che sa dare vita a delle squisite opere perché conosce tutti i segreti della propria cucina. I colori, proprio come i sapori, sono esaltati quando trattati con amore e creatività.

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